lunedì 14 giugno 2010

NET STATION

MODELLI MOBILI E INTERCONNESSI

IDEA PROGETTUALE

Architettura Modificabile

Delineazione di un Ambiente Sensibile

Scenari "Ipertestuali" in costante Trasformazione

Interattività come Soggettività

“Il tempo non è più il tempo della successione e dell’alternanza fra giorno e notte, ma è quello dell’IMMEDIATEZZA, dell’ISTANTANEITA’ e dell’ UBIQUITA’, possiede cioè quelli che in passato erano gli attributi della Divinità”

(Da un articolo intervista a cura di François Burkhardt apparso sul primo numero di Crossing)

L'idea è questa: stravolgere l'idea di FERMATA..... come??? Togliendole l'accezione di STATICITA'.

Rendiamola MOBILE.... il Fruitore non dovrà più aspettare passivamente l'arrivo di un mezzo di trasporto ma sarà lui stesso protagonista del SET! Potrà essere in un punto dell'Urban Green Line e nello stesso tempo interagire con altre stazioni e con i suoi fruitori stessi.

Forme e Strutture dovranno essere in grado di Interagire con gli Utenti.

Ogni postazione sarà dotata di teconologie adeguate per far sì che il fruitore possa accedere ad ogni tratto della URBAN GREEN LINE

Il Tram stesso non sarà più semplice mezzo di trasporto, questo sarà parte integrante dell'anello verde e delle stazioni.... il tutto in un Unicum costituiranno una nuova concezione di UrbanScape.

Il nostro Obiettivo sarà quello di rivoluzionare la Fermata trattandola con programmi quali Grasshopper e RhinoScript per quanto riguarda la progettazione .



MAPPA INTERATTIVA
Per una pianificazione di viaggio


Gli utenti possono appoggiare il dito su una mappa sensibile al tocco per avere notizie sulla destinazione desiderata.
Lo schermo interattivo mostrerà loro il percorso più breve da dove sono localizzati






domenica 23 maggio 2010

“Viaggio nel Tempo”



Nelle vicinanze della metropolitana di Holborn a Londra si estende un lungo tunnel sotterraneo inaugurato nel 1906. Chiuso al pubblico dal 1952, il Kingsway Tram Subway è un passaggio sotterraneo per tram di inizio secolo: qui il giovane Conrad Shawcross, stella nascente dell’arte britannica, ha creato la suggestiva INSTALLAZIONE CHORD, un arcobaleno di fili sospesi nel centro del tunnel abbandonato.

In un luogo simbolo dell’evoluzione delle tecnologie e dell’avanzare inarrestabile della modernità (i tram, troppo lenti e poco capaci, furono lentamente rimpiazzati dalla metropolitana e dai bus dagli anni Trenta), Shawcross ha installato due lente macchine rotanti che intrecciano 324 fili per creare una lunga corda colorata.

Muovendosi lungo i vecchi binari del tram e allontanandosi poco a poco l’una dall’altra, le due macchine rendono visibile il tessuto del tempo nello spazio. Ogni ora, infatti, producono 20 centimetri di corda, ovvero sei metri al giorno.


INFORMATICA: LUOGO DEL SALTO

Ritengo essere questo un esempio di quanto la Tecnologia, come protesi inventata dall'uomo, possa servire come apertura conoscitiva di altre dimensioni.

.."Non si dà Spazio senza Tempo"..
Lo spazio è un intervallo percorribile e il modo di conoscerlo è il TEMPO.

martedì 4 maggio 2010

"AFFIORAMENTI"

RESIDUI COME RISORSA PER RIPENSARE IL PAESAGGIO


". . .ora la bellezza del termine affioramento è nel suggerire un processo di disvelamento "al contrario". Come se il progetto si debba formare certo attraverso stratificazioni, ma invece che attraverso una modalità "dall'alto al basso" con una modalità dal "basso all'alto". Come un insieme di strati che affiorino, che emergano….."

I rapidi mutamenti a cui i luoghi sono soggetti, consumano territorio lasciando attorno a sé degli spazi residui, dal significato sospeso.
Ritagli, scarti, sono spazi che si offrono come ‘riserve’, aperti all’immaginazione e alla libertà creativa, nei quali praticare nuovi modi d’uso ed elaborare un pensiero, e dove spesso emergono tracce di un passato che sembrava cancellato, ma che invece si rivela essere presente e imprevisto. Ricerca di una nuova geometria dello spazio architettonico che prende forma attraverso una sequenza di approssimazioni successive dove il risultato finale è ripercorribile in senso contrario spiegabile atraverso un itinerario creativo che affonda le sue radici nel "luogo"/terra del progetto.

Piazza Cannaregio 1978 di Eisenman utilizza la compresenza di strati appartenuti al passato della città di Venezia per ibridarli in punti strategici con l’innesto di elementi di progetto attuali.

martedì 6 aprile 2010

"SOSTANZA DI COSE SPERATE"


Concludendo la sua "Profezia dell'architettura" Edoardo Persico disse: "Da un secolo la storia dell'arte in Europa non è soltanto una serie di azioni e di reazioni particolari ma un movimento di coscienza collettiva. Riconoscere questo significa trovare l'apporto dell'architettura attuale. E non conta che questa pregiudiziale sia rinnegata da coloro che più dovrebbero difenderla, o tradita da chi più vanamente la tema: essa desta lo stesso la fede segreta dell'epoca. "Sostanza di cose sperate"


"........Parafrasando una battuta di Robert Bresson sul teatro, si potrebbe affermare che l'architettura è l'architettura. Ed è sempre per questo che la gente di architettura, che vuole cambiare l'architettura, non la cambierà mai. Esiste, non la si può cambiare, altrimenti diventerà qualcosa che non è più architettura. L'architettura è sempre uguale a se stessa.Ma se l'architettura è anche, ancora oggi, "sostanza di cose sperate" è perchè essa non ha bisogno di ricontrattare ogni volta il proprio senso e la propria appartenenza al mondo. L'architettura è il mondo, nella forma in cui esso viene reso disponibile ad accogliere l'uomo: una forma di cui l'uomo ambisce a fissare i principi nei quali riconoscere e verificare valori collettivi e condivisi. La celebre "profezia" di Edoardo Persico del 1935 è dunque l'esempio più chiaro di come non serva a nulla chiedersi affannosamente ogni volta cos'è l'architettura. La speranza di Persico non risiede nell'imperativo di cambiare tutto per disfarsi al più presto del proprio, deteriorato, presente. È invece la speranza di mettere a fuoco, comprendere e condividere questa sostanza delle cose; cose di cui riconosciamo i nessi inevitabili, nonostante tutta la storia dell'architettura sia troppo spesso presentata soltanto come il racconto dello sforzo prometeico di rompere quei nessi, di decidere il proprio futuro (cioè, letteralmente, di separarlo dal presente), di affrancarsi dall'oppressione di un passato che inibisce il compimento del progetto. ......"
(da Teoria e Critica.Punto e a capo)


E' lo stesso Persico ad avere l'intuizione critica per cui, alludendo a Wright, afferma che l'architettura nuova è nata nel solco dell'impressionismo: "Wright, secondo Persico, puo' essere considerato il Cezanne dell'architettura nuova".
Il Cezanne che aveva lavorato ad una contraddizione (Volume e Frammentazione), interessandosi a ricondurre la linea alle forme primarie del cono, della sfera, del cubo inserendole in una logica analitica e non sintetica che determina una presenza all'astrazione- identificazione delle parti costituenti.
La cosa più sintetica del periodo è ovviamente la prospettiva che contestualizza e toglie autonomia alle cose. Cezanne rompe questa visione per dare nuova autonomia alle parti in una visione frammentaria.
Ed è la stessa logica analitica ,che "ottimizza e mette in sequenza" a muovere le fila della nuova era industriale.




…Se dovessimo adoperare la potenza delle macchine così da edificare una libertà nuova per l’uomo, libero nella città organica ora inevitabile alla nostra civiltà, potremmo vivere all’infinito!

...La “casa” individuale avrà organici rapporti con il paesaggio, con i mezzi di comunicazione, con la distribuzione dei mezzi di consumo, con le possibilità scolastiche e con le manifestazioni culturali. Decentramento prima, poi reintegrazione pianificata. ....

.....L’architettura e lo spazio saranno congiuntamente visti come paesaggio, come accadeva per la migliore architettura antica, e diventeranno reciprocamente più essenziali.....

...."L'uomo non è un' atrazione di atti e di funzioni, quali li aveva concepiti il funzionalismo di stampo meccanico, che tutto riduceva a standart sul modello della macchina"......(Wright)


La prima idea su cui si costruisce Wright, mettendolo in opposizione con Le Corbusier e Sant'Elia, è che
la macchina non deve improntare la vita dell'uomo, perchè l'uomo è individuale e tali sono anche le sue funzioni e i suoi modi di vivere.

lunedì 15 marzo 2010

LA VIA DEI SIMBOLI

Anni '20: "UNA CASA E' MACCHINA PER ABITARE" Le Corbusier

domenica 14 marzo 2010

L'ARCHITETURA CHE "COMUNICA"

Il 30 gennaio 1957, il Sydney Morning Herald pubblicava in prima pagina accanto alla foto e al nome del suo autore, l’architetto danese Jørn Utzon, una veduta del progetto vincitore - disegnata apposta per i giornali - del tutto fuori dai canoni stilistici consueti, dalla disorientante sagoma di una copertura formata da qualcosa di vagamente simile ad un insieme di varie volte a conchiglia.

Tralasciando il segno specifico delle critiche che accolsero il progetto del futuro grande teatro australiano, quell’architettura si presentava in ogni caso, nella sua assoluta originalità, come un oggetto inclassificabile.
Utzon è forzato ad abbandonare l'incarico in corso d'opera. Non potrà tra l'altro realizzare tutti gli interni e le vetrate. A rigore l'Opera di Sydney andrebbe considerata un'incompiuta.
Tuttavia, l'eccezionale fama di un edificio che, principalmente per le sue "vele", in meno di trent'anni dall'inaugurazione è diventato SIMBOLO UNIVERSALE dell'AUSTRALIA INTERA e dell'ARCHITETTURA MODERNA, autorizza ad immaginare, romanticamente, che il compito assegnato all'architetto si fosse già concluso quando trovandone quasi platonicamente l'essenza estetica, Utzon assicurò da ogni possibile contaminazione il futuro del suo capolavoro, consegnandolo ormai incontaminabile alla storia.